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Il Basso, perché?

Cosa è che spinge un musicista in erba ad avvicinarsi al basso elettrico?
Quale alchimia si viene a creare con questo strumento che assomiglia alla chitarra elettrica ma che ha solo 4 corde (almeno nella sua versione standard)?
Per quel che mi riguarda, io nemmeno lo sentivo il suono del basso nelle canzoni quando ero piccolo.

Poi ci furono due eventi iniziatici che contribuirono a questo amore che ancora perdura inalterato:

Boom #1

L’ascolto guidato del mio carissimo amico Elvis Novelli, con cui poi avrei fondato la mia prima band. Al tempo della prima superiore nessuno dei due suonava nulla ma lui rispetto a me aveva una conoscenza molto più vasta della musica rock e soprattutto poteva avere accesso all’impianto Hi-Fi del padre e la sua collezione di dischi e musicassette.
Nei pomeriggi passati a casa sua mi fece ascoltare i Queen e mi canticchiò contemporaneamente le linee di basso del grande John Deacon, facendole magicamente apparire alle mie orecchie fino ad allora ignare.
Sentii allora distintamente questa pulsante e profonda ossatura delle canzoni, la base che gli dona quel tono muscolare e coinvolgente e che spinge a muoversi in connubio con la batteria.

Boom #2

Alla festa di fine anno a scuola, si esibì una band che suonò Another Brick in The Wall dei Pink Floyd
Appena il bassista Gianfranco Nasso (che poi sarebbe diventato mio amico e che avrei tormentato per darmi lezioni) partì con questa iconica linea di basso, con un suono definito e profondo, in me si accese qualcosa che ancora oggi non si è spenta: la voglia di suonare il basso!

Ma il basso me lo sono dovuto conquistare: all’inizio nessuno in famiglia comprese la mia scelta.
Mia madre mi disse: “ma cosa te ne fai di uno strumento che fa solo Bum Bum Bum? E poi non lo puoi suonare da solo, meglio la chitarra”! E chitarra fu.
Ma non trovai mai un vero feeling con lei anche se mi applicai nello studio.
Ed alla fine mi comprai il basso andando a lavorare in estate.

Poi ci fu la prima band Uncle Jack’s, il rock, il blues, poi la scoperta che il basso può essere anche uno strumento virtuoso e solista, con una gamma di suoni incredibile e voci diversissime.
Tanti maestri dello strumento da scoprire in tutti i generi musicali e la ricerca non è mai conclusa perché lo strumento, che è tutto sommato giovane essendo nato nel 1951, continua a rinnovarsi ed evolversi con nuove generazioni di virtuosi.

Ma quello che conta è che, ancora oggi, quando osservo il basso elettrico stagliarsi sul suo stand, un fremito mi coglie e ne sento il potente richiamo che mi spinge a suonarlo e fare sempre meglio.